Il Fico d'india (Opuntia Ficus Indica L.) fa parte della famiglia delle cactacee. E’ una pianta sempreverde, legnosa, di origine messicana ed è stata introdotta in Europa nel 1500.
In Sicilia si è ben acclimatata e diffusa in tutto il territorio regionale ed è utilizzata prevalentemente per la realizzazione di siepi, ma si è ampiamente sfruttata anche per scopi alimentari. Il frutto è commestibile, dolce, ricco di polpa e di semi.
E’ una pianta che ben sopporta le elevate temperature e l’aridità del terreno, infatti le cactaceae sono costituite da un tessuto che favorisce l’immagazzinamento dell’acqua, caratteristica che determina l’adattabilità del fico d'india a condizioni di siccità estrema.
La pianta è costituita da grandi cladodi succulenti e spinosi, comunemente dette “pale”, alte 4-5 metri, lunghe 30-60 cm e larghe 15-30 cm, di forma obovata-ellitica. Le foglie, piccole e caduche, si sviluppano sui cladodi, insieme a numerose spine, molto piccole, disposte intorno alle gemme. I fiori, ermafroditi, di colore giallo-arancio, si sviluppano all’apice dei cladodi. Il frutto è una bacca uniloculare e carnosa, di colore verde da giovane e rosso-arancio da matura, delle dimensioni di 10-15 cm, all’interno della quale è contenuta la polpa commestibile e numerosi piccoli semi. Come le pale e i frutti, anche i petali dei fiori contengono sostanze attive ricche di proprietà curative, soprattutto flavonoidi. I fiori vengono raccolti, essiccati e venduti, sfusi o in bustine, sotto forma di capsule o di estratto liquido.
PROPRIETÀ ED UTILIZZO Il Fico d’india contiene fibre, carboidrati, carotenoidi (betacarotene, luteina), minerali (calcio, potassio e magnesio), aminoacidi, vitamina C. Nei semi proteine e lipidi. I frutti, ricchi di glucosio e fruttosio, vengono consumati crudi, privati dei semi, per marmellate, distillati, sciroppi, canditi, farine. Oppure conservati, dopo averli seccati al sole. Dai semi si estrae un olio commestibile e anche le foglie possono essere mangiate: fresche, in salamoia, sottoaceto, candite e sotto forma di confettura. In cosmetica, l’estratto dei fiori viene usato come emolliente, idratante ed elasticizzante della pelle. Il frutto viene utilizzato per la produzione di creme umettanti, saponi, shampoo, lozioni astringenti e per il corpo.
Sempre il frutto, polverizzato, entra nella composizione di talco profumato. C’è un’evidenza scientifica delle proprietà della polpa dell’Opunzia come ipoglicemizzante e per altri disturbi metabolici. La letteratura scentifica ha anche evidenziato il potere ipocolesterolemizzante della componente fibrosa delle foglie.
Come altresì quello dell’estratto, nella cura di intossicazioni alcooliche. Altre proprietà dei principi attivi contenuti nella specie sono: drenante, diuretico, tonico cardiaco, antiossidante. In erboristeria la pianta entra in vari composti utilizzati per diete dimagranti e, come integratore alimentare, nell’alimentazione degli sportivi.
L’applicazione diretta della polpa delle foglie su ferite e piaghe costituisce un ottimo rimedio antiflogistico (previene e combatte fenomeni infiammatori), cicatrizzante su ferite e ulcere cutanee; è un vecchio rimedio della tradizione siciliana, utilizzato ancor oggi nella cultura contadina. Nella medicina popolare le giovani foglie, riscaldate al forno, sono utilizzate come emollienti, applicate sulla pelle come impacchi. Preparati ricavati dai fiori, per uso interno, sono utilizzati per trattare l’ipertrofia prostatica e problemi del tratto gastro intestinale, come la diarrea.
Per il suo contenuto di vitamina C un tempo i marinai la usavano contro lo scorbuto. (ibersani.it)