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La cervicalgia è un dolore localizzato nella parte posteriore del collo e della nuca, accompagnato da difficoltà di movimento, rigidità muscolare e disturbi della sensibilità di braccia e/o mani (per esempio formicolii). Spesso il dolore si irradia al capo, producendo cefalea frontale o posteriore, a volte nausea e difficoltà digestive. Può essere causata da stress psichici e/o da artrosi, colpi di frusta e cattive posture.
Che cosa vuol dire? Troppa razionalità associata a un rigido senso del dolore (vissuto come impegno mentale). Ecco le tue tematiche principali di chi soffre di "cervicale", persona di solito socialmente inserita e affidabile sul lavoro e nelle amicizie, ma che per mantenere questi aspetti paga un duro prezzo nella vita personale.
Non a caso la prima vertebra, che sostiene la testa, prende i nome di Atlante, il titano mitologico condannato a sostenere su di sè l'intero peso del mondo. In effetti la cervicalgia si presenta in chi, spesso inconsapevolmente, tenta un controllo mentale esasperato sui vari aspetti della realtà: le proprie emozioni e istinti, di cui sente la vitalità ma che, in fondo, non conosce e quindi teme; il proprio corpo, che osserva dall'alto della mente e che trascura, ritenendolo secondario; le relazioni, che impronta su un piano di rassicurante razionalità, anche se ben mascherata da un'empatia di facciata; la spiritualità, che impregna di significati logici e filosofici.
Al controllo si affianca il senso di responsabilità e spesso un'inopportuna tendenza all'altruismo. Ci si occupa degli altri per non occuparsi di sè, per difendere narcisisticamente la propria immagine idealizzata di "persona sensata e intelligente", oppure per gestire le azioni altrui, così da non perdere il controllo della situazione.
L'atteggiamento iper-razionale (detto mentalizzazione) esprime e risolve aspetti di vario tipo, che si mettono a tacere nel tentativo di non "perdere la testa". Ciò è perlopiù inconscio; sviluppato come "modo di essere al mondo" fin dall'infanzia e sopratutto della pubertà, fa si che la persona non riesca mai davvero a rilassarsi, a "mollare la presa mentale", anche quando lo desidera fortemente. Tutto quanto avviene è imbrigliato da una qualche forma di ragionamento, la testa è sempre un pò presente a inquinare le sensazioni pure.
Ecco perchè la cervicalgia insorge con forza non solo quando c'è un sovraccarico di attività mentale (i muscoli per sostenerla si tendono), ma anche quando la vita porta emozioni troppo forti per il filtro mentale. Il dolore è espressione, da un lato della grande fatica a mantenere questo precario equilibrio, dall'altro, della necessità di un cambiamento nella propria "postura esistenziale".
A volte la cervicalgia è con evidenza dovuta a cattive posizioni mantenute a lungo, per esempio stando per ore tutti i giorni davanti al computer. Anche in questi casi, sebbene la causa sia posturale, l'atteggiamento di vita riflette una predilezione per le attività mentali e scarso o nullo uso del corpo. Quando è dovuta ad artrosi, la rigidità di tale approccio alle cose si sta prolungando da così tanto tempo da aver intaccato la struttura ossea.
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