La scienza medica trascura le proprietà curative della pianta intera, ma isolarne un unico elemento può ridurne sostanzialmente l'efficacia. Un fatto avvenuto nel 1803 divenne una pietra miliare nello sviluppo della medicina scientifica: in quell'anno un giovane farmacista tedesco isolò la morfina dall'oppio, ottenendo per la prima volta un principio attivo puro da un prodotto vegetale grezzo. Questo risultato fu determinante sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico; rivoluzionò, infatti, le terapie mediche e pose fine alla superstizione e alla sfiducia che circondavano le cure erboristiche. Ma creò anche nuovi problemi di non facile soluzione. Trascinati dall'entusiasmo per gli effetti terapeutici dei singoli principi attivi delle piante officinali, i ricercatori caddero nel grave errore di credere che tutte le proprietà di una pianta derivassero da un singolo componente e che fosse sempre meglio sfruttare quel componente isolato anziché la pianta intera. Con questa errata convinzione, una volta estratto il principio attivo definirono "inattivi" tutti gli altri componenti, diffondendo così l'idea che la prescrizione medica di singoli elementi e prodotti raffinati fosse più scientifica e moderna dell'utilizzo farmaceutico delle piante intere. L'illusione che piante e principi attivi isolati si equivalgono divenne ben presto un dogma immutabile per la farmacologia e la medicina ufficiale. "Come medico che conosce la botanica e che ha studiato gli effetti delle piante medicinali", ci racconta Andrew Weil, autore di "Salute e guarigione", "trovo difficile spiegare ai miei colleghi chei prodotti purificati non sono la stessa cosa delle piante dalle quali provengono. In genere, i farmaci isolati e raffinati sono molto più tossici delle fonti botaniche da cui derivano e tendono a dare effetti più rapidi, più intensi e meno duraturi. A volte non riescono a produrre l'azione desiderata e si prestano a un tipo somministrazione che favorisce l'abuso e la tossicità". "La possibilità che i composti secolari delle piante medicinali abbiano un valore in sè o possano modificare sostanzialmente gli effetti dei composti dominanti non è un'ipotesi irrilevante. Non di meno mi trovo costretto spesso a dover spiegare queste cose con infinita pazienza a molti medici, farmacisti e farmacologi scettici, per i quali è ancora poco veritiera l'idea che una sostanza naturale possa essere migliore, da punto di vista terapeutico, di una prodotta artificialmente." "Posso solo dire di aver notato questa importante differenza perlomeno nel caso di piante medicinali contrapposte a farmaci isolati. Quando ho avuto infatti la possibilità di sperimentare l'azione di una pianta intera rispetto a quella del suo derivato raffinato, ho sempre osservato che quest'ultimo era più pericoloso, e talvolta anche meno utile". (tratto da Health and Healing - Salute e guarigino, di Adrew Weil) Tree Life tribe Le informazioni riportate su www.treelifetribe.com, sono di natura generale e non possono essere utilizzate per formulare indagini cliniche; non devono essere considerate come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento, l'assunzione o la sospensione di un farmaco. Non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico di base né di uno specialista. L'utilizzo di tali informazioni è sotto la responsabilità dell'utente. Treelifetribe srls provvederà immediatamente a rimuovere e/o correggere ogni errore di e/o imprecisioni segnalate.