L'allergia esprime il desiderio inconscio di "non far entrare" nella propria sfera elementi sentiti come pericolosi e perturbanti, al fine di proteggere la propria identità.

Ci sono infatti ambiti relazionali e incontri con l'esterno verso i quali il soggetto allergico è ipersensibile, si sente vulnerabile e si pone quindi in modo ambivalente, oppure difensivo ed evitante. Le sostanze alle quali si è allergici spesso non paiono casuali. I pollini primaverili, per esempio, sono i portatori dell'energia sessuale e riproduttiva della natura, e chi ne è allergico presenta in molti casi delle difficoltà a vivere l'eros con pienezza e difficoltà.

Quando invece l'antigene è costituito da latte e latticini, il soggetto ha una relazione controversa con la madre e/o con tutto ciò che rappresenta un aspetto materno. I nuclei originari di queste problematiche, quando la componente genetica dell'allergia non è in primo piano, sono molto antichi: riguardano l'adolescenza e sopratutto la prima infanzia o talora la vita neonatale ed embrionale.

Non sono costituiti da specifici traumi ma piuttosto da "atmosfere" pericolose e sofferte: sono stati perciò rimossi dalla coscienza fin da piccoli e si sono radicati nel corpo, dove trovano espressione attraverso questa iper-reattività immunitaria.

E' da sottolineare, infine, come il collegamento simbolico possa derivare dall'inconscio collettivo e non dalla storia personale. Nelle sempre più diffuse allergie da contatto o da farmaci, per esempio, appare evidente una crescente avversione per l'artificiale e il sintetico che dominano la nostra epoca. Così come il forte incremento globale delle allergie negli ultimi trent'anni segnala uno stato di difesa sempre maggiore dell'umanità verso un mondo (aria, alimenti, oggetti, atmosfere) percepito come impuro, alieno, non self.

L'espressione cutanea dell'allergia indica irritazioni per relazioni, ambiti o eventi percepiti come estranei: l'espressione respiratoria indica una forte ambivalenza verso le relazioni intime; l'espressione intestinale è il timore della fusione, che qualcosa di sbagliato o di pericoloso diventi parte di noi. Ecco un elenco delle allergie più frequenti, affiancate dal loro significato.

- Pollini primaverili: rappresentano la piena vitalità e l'eros, sia in senso sessuale che riproduttivo. Quando si è allergici a tali sostanze, significa che la primavera viene temuta perchè chiama a vivere chi sente di non poterlo fare o ne ha paura.

- Polveri della casa: quando l'ambiente in cui viviamo non ci piace, ci disturba, non lo sopportiamo.

- Peli di animale in genere: quando l'eros si associa a desideri animaleschi e istintuali rifiutati.

- Peli di gatto: quando non si tollerano l'intimità morbida e avvolgente e i rituali di amoreggiamento.

- Peli di cane: quando si rifiuta la componente aggressiva, mordace, talora intransigente delle relazioni.

- Peli di cavallo: quando non si riesce a vivere l'istintualità e il senso di libertà espresse nella loro pienezza.

- Alimenti in genere: quando si teme il mondo esterno, sopratutto se impregnato di una valenza affettiva.

- Frutta: quando non si ha una relazione di coppia vera e completa. Il frutto è infatti il simbolo della piena unione tra il maschile e il femminile.

- Latte: rappresenta il rapporto con la madre e con tutto ciò che rappresenta il mondo materno: l'allergia è dunque in relazione a tali ambiti.

- Cereali: quando i legami famigliari e parentali vengono percepiti come invischianti e invasivi.

- Glutine: quando la presenza e l'aiuto della madre sono percepiti come ambivalenti: essa si pone a volte come madre, a volte come figlia, ed è sempre molto ansiogena.

- Farmaci: rappresentano l'aiuto esterno artificiale; l'allergia si presenta quando si teme di dipenderne o di venirne avvelenati.

- Allergia da contatto: in genere quando si è ipersensibili a oggetti sintetici, espressione perlopiù collettiva di un'avversione a un mondo sempre più innaturale. l'artificiale che contamina.

Tree Life Tribe (fonte: riza psicosomatica)

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