Il cammino della vita come tutti sappiamo, ha le sue difficoltà. Ci sono momenti di gioia e di chiarezza dove ogni cosa sembra fluire spontaneamente, e momenti bui, periodi di confusione e di sfiducia, di frustrazione di isolamento, di depressione.

Le difficoltà sono una parte inevitabile del vivere e anche tappe di un percorso che, vissuto pienamente e consapevolmente, ci porta alla saggezza. Ma per alcuni di noi, in certi momenti il buio diventa troppo fitto, la situazione troppo oppressiva, il senso di sfiducia paralizzante. In questi momenti possiamo avere bisogno di aiuto, può essere prezioso che qualcuno ci dia una mano per ritrovare il coraggio e il senso di direzione, per mettere un pò di chiarezza nella confusione, per superare quelli che sembrano ostacoli insormontabili, per riaprirci alla gioia di vivere.

Nelle società tradizionali il compito di fornire questo aiuto spettava ai membri più vecchi e saggi della comunità o a una particolare categoria di persone, "sacerdoti o sciamani", la cui formazione consisteva in una certa disciplina spirituale e nell'acquisizione di tecniche rituali e magiche. Nella società contemporanea i moderni sciamani sono piuttosto gli psicoterapeuti.

Come nel caso degli sciamani tradizionali, il loro lavoro assume molte forme diverse. SUL LETTINO DELLO PSICANALISTA La forma classica della moderna psicoterapia è la psicoanalisi, creata da Sigmund Freud. Malgrado sia stata in seguito criticata e le nuove terapie se ne siano distaccate per molti aspetti, indubbiamente la psicoanalisi ha posto le basi di tutta la moderna psicoterapia. Essa ha ancora i suoi sacerdoti e viene tuttora praticata in una forma non molto diversa da quella messa a punto da Freud.

VIVERE IL PROPRIO CORPO Le psicoterapie più recenti hanno cominciato a dare più importanza al vissuto corporeo della persona. Secondo alcune scuole, per esempio, i traumi psichici si traducono in contrazioni muscolari che tendono a cronicizzarsi e a creare una e vera e propria "armatura"difensiva.

Questa armatura impedisce alla persona di vivere la propria parte più vulnerabile, e quindi più esposta alla sofferenza, ma anche più sensibile, avventurosa, creativa e vitale. Spesso questa desensibilizzazione ha svolto un'essenziale funzione protettiva in un certo momento della vita in cui la persona non era in grado di affrontare altrimenti le pressioni o le minacce dell'ambiente, per esempio nell'infanzia. Ma essa ha ormai da lungo tempo cessato di essere una risposta necessaria, utile o creativa. Si è trasformata in una rigidità che opprime l'individuo e ostacola la pienezza della sua vita adulta.

La persona così irrigidita vive solo una parte del suo potenziale, il che crea a lungo andare un'ulteriore sofferenza. Non di rado questo stato di contrazione ha conseguenze a livello del corpo e può provocare disturbi psicosomatici di vario genere, come gastrite, difficoltà respiratorie, asma, ipertensione, mal di testa, insonnia ecc.

La persona ha inoltre difficoltà a vivere pienamente e gioiosamente il proprio corpo e la propria sessualità. La risoluzione di questi blocchi, che hanno origine psichica ma sono radicati in precisi fatti corporei, non può avvenire a livello puramente mentale e verbale. Occorre che la persona sia aiutata a percepire ciò che contrae l'energia vitale e a trovare nuovi e più creativi modi di "abitare"il proprio corpo e a rispondere alle situazioni della vita. Questo avviene tramite particolari esercizi, movimenti o situazioni, che sono spesso accompagnati da intense esperienze emotive. In tutte queste terapie il "lavoro sul corpo" e il "lavoro sulla psiche" sono strettamente correlati e inscindibili.

Un'importante scuola di questo tipo è la "Bioenergetica", che fa capo a Wilhelm Reich e più recentemente ulteriormente sviluppata da Alexander Lowen. DIALOGHI IMMAGINARI Le psicoterapie contemporanee tendono in genere a mettere l'accento sull'esperienza attuale della persona piuttosto che sui traumi passati. Tipica in questo senso è la "Gestalt Therapy" (o terapia della forma).

Per la Gestalt i disturbi psichici sono in primo luogo disfunzioni del contatto della persona con la propria realtà interna ed esterna, "interruzioni" del processo continuo con cui l'organismo sano cresce e si sviluppa assimilando elementi dell'ambiente. Per il terapista non si tratta tanto di cercare le radici remote delle proprie interruzioni (traumi infantili, che sono in gran parte immaginari), quanto di prendere coscienza accuratamente, immediatamente, nel proprio comportamento, del loro processo attuale e assimilare creativamente l'energia in esse contenuta.

Per facilitare questa presa di coscienza ci si serve a volte di drammatizzazioni, "mettendo in scena" conflitti interni o esterni del paziente sotto forma di dialoghi fra persone o, per esempio, cose e personaggi di un suo sogno. In queste drammatizzazioni il paziente da voce a tutte le parti in causa, che sono sempre viste anche come sue parti, prendendo di volta in volta il posto di ciascuna, per esempio sedendosi su diverse sedie o cuscini. Ed è sempre la scoperta che avviene nel processo reale di questi dialoghi immaginari che conta, non una astratta comprensione di qualcosa che è avvenuto altrove nel passato.

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